Si torna a parlare di Mattarellum, il sistema elettorale a cui questa legislatura ha preferito l’Italicum, sulla base del patto del Nazareno. Un sistema elettorale dichiarato incostituzionale nel suo cuore: il ballottaggio per il premio. Una bocciatura avvenuta non per il voto referendario, come alcuni vogliono far credere, ma perché determinava una sovrarappresentazione irragionevole proprio come quella del Porcellum.
La Corte ha bocciato il ballottaggio contestando l’analogia con il maggioritario uninominale a doppio turno (alla francese) e con la legge elettorale dei Comuni (e dei sindaci) e per ragioni intrinseche, non per via della conferma del bicameralismo (che pure c’era anche quando l’Italicum fu approvato, con fiducia, per una Camera sola, con un hysteron proteron discutibile e anch’esso lontano dalla costituzionalità).
Personalmente, come ricorderete, il Mattarellum l’ho sostenuto al congresso del 2013, l’ho consigliato in ogni occasione, l’ho sollecitato soprattutto quando, nel dicembre di quell’anno (era il 4 dicembre anche allora) la Consulta bocciò il Porcellum: allora le traiettorie celesti sembravano allinearsi, all’interno del Pd e anche ‘fuori’, perché anche Grillo sostenne che si doveva tornare al sistema elettorale precedente. Mi permisi di osservare – era l’epoca della staiserenità – che l’Italicum era una riedizione del Porcellum e che noi avremmo dovuto tenere «altro viaggio». Non fui ascoltato (eufemismo).
Se si votasse in aula per il Mattarellum voterei a favore, perché la faccia ce l’ho come la faccia, appunto, e essendo noiosissimo tendo a non cambiare idea: so che è fuori moda, ma che cosa ci volete fare. Un sistema elettorale, con primarie previste e regolamentate dalla legge (altra cosa che in questa legislatura non si è voluto prendere in considerazione), con candidature di collegio, è il sistema elettorale per me migliore. Poi può essere corretto in senso proporzionale (in modo da avvicinarlo al tedesco), come già il Mattarellum originario, oppure sofisticato (con il doppio turno di collegio), ma rimane l’impianto più convincente tra quelli già sperimentati.
Mi chiedo piuttosto se e quando (mai?) ci sarà l’occasione di farlo, perché ora tutti gridano al ritorno al proporzionale quando sanno benissimo che l’impianto stesso dell’Italicum era proporzionale, con ‘collegi’ con più candidati e con un premio di maggioranza, come già il sistema precedente.
«Chi è causa del suo male, pianga se stesso»: il problema è che in questi anni si sono perse molte occasioni e si è fatto anche il male del Paese. E non pare che chi ha avuto maggiori responsabilità in questo senso intenda farsene carico. Anzi.
Ora la cosa da fare è capire quale miglioramento all’attuale legge elettorale di risulta può essere concretamente portato al voto: perché la condivisione negata in precedenza (vale per la legge elettorale ed è stata dimostrata clamorosamente sulla ‘riforma’ costituzionale) è una scelta obbligata. Chi continua a parlare di forzature non ha imparato la lezione, non ha colto il significato profondo del proprio fallimento, continua a sbagliare, dando la colpa agli altri per non ammettere le proprie responsabilità. Che sono notevoli.
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