Nessuno nel Pd ha voluto sollevare il tema nel corso delle primarie. Al massimo, a proposito della legalizzazione, ci sono stati i coraggiosi «per ora no» del candidato “di sinistra”.
Nel frattempo il governo Gentiloni, come già il precedente, si fa rappresentare dalla ministra Lorenzin, impegnata in una personale crociata, basata sui tradizionali argomenti del proibizionismo più vieto, per di più confusi tra loro, tra imprecisioni e disinformazione.
Gli altri, a cominciare dal premier attuale e dal precedente, tacciono.
Ieri, alla domanda circa la presa di posizione di Roberti e di altri magistrati, il ministro della Giustizia ha risposto così:
«Venendo da una personalità che ha molto riflettuto bisogna prestare molta attenzione a un punto di vista così autorevole e valutare senza ideologie i pro e i contro».
Quando ci si chiede come mai non si facciano passi avanti sulla legalizzazione della cannabis, le responsabilità sono chiare: della destra all’opposizione ma, con responsabilità molto più pesanti, della destra che governa il Paese. E chi non è ancora del tutto di destra, tace, nicchia, valuta.
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