Noi che siamo laici, ci troveremo in un chiostro, a Reggio Emilia, per provare a collegare e riunire Brancaccio e Apostoli. Come ogni anno, al nostro PolitiCamp, provando a proiettare tutto quanto su un progetto che sappia affrontare la grande transizione, nel lavoro, nell’energia, nell’economia di piattaforma, sui robot e sui big data, sulle trasformazioni epocali che sono già in corso e che dobbiamo saper affrontare offrendo il massimo di innovazione e però il massimo di garanzie per i cittadini, soprattutto per chi è più esposto a questi cambiamenti e si sente più fragile.
Siamo dell’ordine degli unitari e della confraternita dei contenuti programmatici: proporremo non già una messa cantata e comiziante, ma un lavoro corpo a corpo con gli argomenti più importanti del nostro manifesto, rivolto alla società italiana, da sinistra, per la Repubblica. Tavoli di lavoro e di discussione con chi ha raccolto idee, presentato progetti, valutato soluzioni in questi mesi, concludendo il percorso della Costituente delle idee.
Ci saranno i massimi esponenti dei soggetti politici della sinistra, nella speranza che gli ‘articoli’ da votare non si moltiplichino alle elezioni e che prevalga il metodo Langer.
Proveremo a fare nei tre giorni di Reggio Emilia quello che vorremmo vedere alle elezioni: impegni precisi, parole chiare, unità di intenti e l’individuazione delle persone migliori per interpretarli.
Porteremo il «modello Fano», dove stanno provando sul campo un’intesa tra le forze di progresso.
Dicevamo «da Boccia al Che Guevara» e saremo di parola (per quanto possibile): perché il nostro interrogativo è rivolto a chi ha dimostrato di volere il confronto sui contenuti.
Dicevamo «adesione è mobilitazione» e proporremo perciò un lavoro che non si muove solo attraverso contenuti, ma anche strumenti di partecipazione virtuale e fisica.
Ci sarà un corso intensivo di politica portoghese e un confronto sull’Europa che deve tornare a essere (essa stessa) un progetto di riforma sociale.
Insomma, non mancate.
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