Senza 200.000 stranieri all’anno (stima al rialzo, perché ne sono sempre arrivati molti meno, e molti di loro non si sono fermati in Italia) la vostra vita sarebbe migliore?
Davvero lo 0,3 per cento della popolazione rovina l’esistenza al 99,7 per cento? E se non ci fossero più, andrebbe tutto a posto, come d’incanto? Siete sicuri?
Davvero le cause di tutti i soprusi e le ingiustizie dipendono da loro?
Davvero vogliamo annegare l’indignazione in un mare di fango?
Davvero il problema sono le ONG che salvano vite in mare e non l’assenza di canali sicuri e legali di accesso, per chiedere asilo e per cercare lavoro?
Davvero sono i 35 euro al giorno che vanno NON agli stranieri, ma agli italiani che se ne occupano, sono quelli che mettono a repentaglio la spesa pubblica?
Davvero il nero che vi preoccupa è quello della pelle e non quello dell’evasione nazionale e multinazionale, della corruzione, della mafia, del lavoro sfruttato e sottopagato?
Davvero chi si sente povero e fragile deve prendersela con chi è più povero e fragile di lui? Il penultimo contro l’ultimo?
Davvero scarichiamo la nostra rabbia contro chi scappa da situazioni insostenibili e non verso i meccanismi che ci rendono meno liberi?
Ci vuole umanità, verso gli altri e anche verso se stessi: si tratta della stessa cosa.
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