Leggete questa intervista del Tirreno a Paolo Naso, che dice una cosa che Stefano Catone ci ricorda ogni giorno, da tanto, troppo tempo.
Siamo di fronte a una migrazione nuova e nuovissima: nuova perché è venuta meno una rotta, nuovissima perché noi capiamo che i migranti che arrivano non sono né migranti economici né rifugiati politici, ma sono le due cose messe insieme. La distinzione appartiene ad un’epoca storica passata: il muro di Berlino, la guerra fredda, quel mondo lì. Oggi la dimensione della persecuzione, della sofferenza, si intreccia con quella della povertà. Da qui la debolezza di certe politiche che dicono sì ai rifugiati no ai migranti economici, perché talvolta le cose sono intrecciate insieme.
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