Domani è un ‘altro’ giorno. Nell’epoca della sfiducia, scientificamente alimentata da scelte irresponsabili come quelle delle ultime settimane, ci vuole ancora più determinazione, più convinzione, più rispetto delle regole democratiche, per cambiare uno stato di cose che non è più sopportabile.
L’esito del voto, i suoi contenuti e le sue modalità hanno superato le peggiori aspettative. Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe andata a finire proprio «così», con i voti di chi scelse la sinistra nel 2013, per di più, ormai mischiati e confusi con quelli degli altri su questa e altre partite, dal lavoro all’immigrazione?
Noi ci siamo e con Possibile più di altri ci siamo adoperati per dare rappresentanza a chi non l’ha più con una sola proposta elettorale a sinistra è a vostra disposizione, con i colleghi dello spicchio parlamentare che si è opposto a questa schifezza, in un clima di collaborazione e di apertura.
Chi non regge più questo modo di fare, anche se ne ha preso coscienza solo ora, è il benvenuto.
Non rassegniamoci alla rassegnazione, non rintaniamoci ciascuno nella sua sfiducia e nella sua indignazione. Questo schema si ribalta solo insieme, ricostruendo una comunità dove il partito di governo vorrebbe solo un popolo di spettatori disattenti, sovrani fantoccio di una democrazia ridotta a una vecchia pendola a cui dare la carica una volta ogni cinque anni, per poi dimenticarsene.
Noi non dimentichiamo. E non dimenticheremo.
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