In manifestazioni (il plurale non è casuale, siamo riusciti a farne due…) ieri a Milano molti mi chiedevano: «Civati, ritiratevi! Così vediamo quello che succede». Il Pd fuori dalle elezioni, nel Lazio e in Lombardia. Ora, si tratta di un’ipotesi di scuola, perché nemmeno Di Pietro, che ieri ne ha dette parecchie hors ligne, si è mai sognato di passare dal Quirinale all’Aventino e di defilarsi dalla competizione elettorale nel Lazio e nella Lombardia. Nemmeno Emma Bonino, la più colpita dal decreto ad paninum. Nemmeno la sinistra ‘radicale’, che pure parlava – correttamente – di «attentato». La mia risposta è: quanto a me, a titolo personale, fate pure, sono disponibile, disponete come volete della mia piccola candidatura a consigliere. Per quanto riguarda il fatto politico, non posso non notare che sarebbe un segnale forte e indimenticabile, certamente. Non mi pare, però, e ci ho dormito su, l’ipotesi più sensata. Mi sembra più utile fare tutta la campagna elettorale ricordando quello che è successo (affidereste mai la vostra Regione a tali ‘disorganizzazioni’?) e continuare nella battaglia, anche legale, perché le regole siano rispettate. «Formigoni decadrà», dicono gli stessi che perorarono la causa aventiniana. Probabile, rispondo io. Ma preferirei esserci e godermi il momento, piuttosto che lasciare campo libero a persone che hanno dimostrato di non conoscere nemmeno la categoria dello ‘scrupolo’. Con un’unica, fondamentale precisazione, perché spero che tutti si siano resi conto, anche gli irriducibili teorici dell’embrassons-nous, che per rappresentare il disagio ci vuole finalmente un’opposizione che faccia l’opposizione: altrimenti, se si sta lì solo per assistere da spettatori al ‘naufragio’, allora è meglio stare a casa. Vedo che sul web non ne parla nessuno. Qual è la vostra opinione, in merito?

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