Un campagna elettorale in cui parleremo con tutte e tutti ma, prima di tutto, parleremo con le nostre elettrici e i nostri elettori. Una relazione costante e continua, per una campagna porta a porta, che entrerà letteralmente nelle case degli italiani. Non ci chiedete più, per cortesia, con chi andremo dopo le elezioni: saremo noi a chiederlo a chi ci ha votato. La relazione con gli elettori, infatti, sarà da coltivare soprattutto dopo il voto quando, sulla base dei risultati, faremo una grande consultazione come fanno in Germania, per chiedere al nostro popolo cosa fare.

Delle “secondarie” che, per una volta, metteranno al centro le persone e non le segreterie dei partiti. Un dibattito pubblico, con assemblee e confronti in carne e ossa, per chiedere agli italiani come vogliono usare i voti degli italiani. Esattamente il contrario di quel che è successo nella legislatura che abbiamo appena salutato, in quei giorni del voto segreto e dei 101: abbiamo già dato.

Hanno voluto un sistema elettorale che non garantisce né governabilità, né rappresentanza, ma che garantisce che le decisioni verranno prese ancora nelle piccole stanze del piccolo palazzo, secondo uno schema, quello delle larghe intese, che abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene.

Noi, invece, garantiremo il rispetto di ciascun voto che ci verrà conferito, garantiremo le condizioni per una fiducia prima personale che parlamentare, prendendoci il tempo necessario per ascoltare e per fare, insieme, scelte capaci di cambiare le vite di tutte e tutti.

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