Monta (giustamente) la protesta dei fuori sede. Studenti e lavoratori che vivono spesso molto lontano dal loro comune di residenza, e per cui sarà molto difficile poter esercitare il proprio diritto di voto il 4 marzo.
A differenza delle ultime tornate elettorali (quelle referendarie, in cui il collegio elettorale è unico per tutta Italia) questa volta non potranno farsi nominare rappresentanti di lista e quindi acquisire il diritto di votare dove studiano e lavorano, e il Rosatellum non prevede nessuna alternativa come quelle utilizzate in altri paesi, come per esempio il cosiddetto “early voting” la possibilità cioè di votare, nei giorni che precedono le elezioni, via posta o in un seggio allestito nel comune di domicilio.
Il governo si era impegnato a risolvere la questione, ma non sembra dedicarci una grandissima attenzione, diciamo.
Noi crediamo che il diritto di voto vada garantito a tutte e tutti, e vogliamo perciò avanzare una modesta proposta: in mancanza di una legge che permetta soluzioni diverse, aumentiamo a 30 milioni di euro i fondi per i rimborsi che lo stato garantisce a chi è costretto a viaggiare per tornare al proprio comune di residenza e votare
Si tratta di una cifra che rappresenterebbe appena il 10% di quelle che sono le spese elettorali generali, vale a dire quanto investiamo per mettere in piedi la macchina del voto a ogni appuntamento con le urne.
Se consideriamo che ogni anno il governo spende dai 70 agli 80 milioni di euro in voli di stato, per garantire le coperture finanziarie alla nostra proposta, sarebbe sufficiente rinunciare al 10% circa dei voli dei nostri ministri per garantire moltissimi biglietti aerei a moltissimi fuori sede che vogliono esercitare il loro diritto di voto.
Sempre il governo, poi, potrebbe chiedere alle compagnia aeree che operano nel nostro paese, di prevedere tariffe speciali nel weekend del voto, a fronte della possibilità di avere molti passeggeri in più.
Insomma, qualche voto di stato in meno, moltissimi voli di democrazia in più.
Per garantire che un voto il più possibile libero e uguale per tutte e tutti.
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