Riprendo il titolo di una bella canzone di Ghali per tornare su un tema di cui ho scritto già in Giorni migliori.
In questo Paese che non cambia mai ci sono più di un milione di novità: negli ultimi dieci anni, infatti, 1,2 milioni di persone straniere hanno chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana, dopo anni di residenza, dopo avere regolarizzato la propria posizione sotto ogni punto di vista, contribuendo alla crescita del nostro paese con il proprio lavoro. I loro figli frequentano le nostre scuole, con le loro tasse e i loro contributi garantiscono pensioni e servizi, come ogni cittadino italiano fa o dovrebbe fare. La stessa distinzione tra noi e loro, dal punto di vista della Repubblica, non ha ragione di esistere.
Mentre la destra li offende (in base alla loro religione e alla loro cultura), è a loro che ci rivolgiamo per invitarli a partecipare attivamente alla campagna elettorale e alla vita politica e civile del nostro Paese. Sorprende che non lo faccia nessun altro.
L’Italia ha un gran bisogno che i nuovi italiani si rendano protagonisti di una nuova stagione politica, integrando il nostro dibattito con le loro istanze, i loro bisogni e i loro desideri. Per fare un’Italia nuova c’è bisogno degli italiani, tutti quanti, tutti insieme. Perché rinnoviamo, tutti quanti, tutti insieme, la nostra cittadinanza.
E se qualcuno avrà qualcosa da ridire, spiegate, con calma e però con determinazione, che la cittadinanza italiana non è un fatto legato esclusivamente al sangue e al suolo, ma si può ottenere, com’è giusto che sia. Per crescere insieme. E va rispettata, perché alla fine è meno importante sapere da dove veniamo: più importante è rendersi conto di dove abbiamo intenzione di andare.
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