Salvini dice che il suo modello non sono gli Stati Uniti di Trump: ha ragione, il suo modello è l’Alabama degli anni Sessanta, con aggiunta di citazioni fasciste, di falsità a ogni occasione, accompagnate da parole che vengono dalle stagioni più buie della storia italiana recente.
Chiediamo alle opposizioni di portare in Parlamento una discussione che non è più rinviabile, sul ruolo e sull’operato del ministro della propaganda.
Tutto è legato al colore della pelle, all’insegna del razzismo più schifoso e la vicenda di Daisy Osakue, atleta della Nazionale, lo dimostra fino all’estremo.
Che Conte e Di Maio non abbiano nulla da dire non stupisce: il cinismo finora ha portato loro fortuna. Ma almeno ci risparmino le cialtronerie: non siamo noi a voler attaccare Salvini, come ha dichiarato il suo collega, è Salvini a attaccare a ogni occasione tutti i suoi nemici e altri, che si sentono coperti politicamente, a fare il resto. «Legge e ordine», dicono. Proprio ciò che questo governo non riesce a tutelare.
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