Il piccolo Sam è nato e ha passato le prime ore in un barcone, una capanna galleggiante, una mangiatoia in mezzo al mare nero, freddo, lontano da tutto.
Mentre gli esponenti del governo sguazzano nello squallore, Sam è un punto di domanda: che mondo abbiamo costruito per chi nasce oggi? Come facciamo a evitare ai piccoli e ai grandi l’orrore?
Lo dico per Sam e per tutti gli altri. Un mondo inospitale, che già alla nascita separa, discrimina, anche all’interno della nostra società, dove ci sono molti piccoli Sam, che partono già svantaggiati.
Mettere un neonato contro gli altri è la soluzione di chi non ne ha, di chi vuole solo divedere, ha poca immaginazione, nessuna ambizione, nessuna voglia reale di cambiare le cose.
Capire come il genere umano ritrovi un’utopia che faccia stare tutti molto meglio, che renda la vita qualcosa di possibile è la sfida di questa e delle prossime generazioni.
Magari ci penserà Sam, con i suoi nuovi amici. E cambierà tutto.
Auguri, Sam.
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