Posso esimermi dal leggere, commentare e proporre un libro che s’intitola Impossibile? Direi di no. E devo ringraziare, ancora una volta, Erri De Luca, per una lettura che attraversa le montagne, vette maestose e passaggi incerti, in un sentiero stretto, tra passato e presente, tra verità e giustizia.
Un vero duello tra il magistrato e l’imputato, all’insegna di ideali assoluti che si scontrano per giungere, alla fine, a una strana forma di confronto e forse di composizione – impossibile, si direbbe. Così come un «impossibile» si confronta con un altro «impossibile», il caso che ha portato a un avvenimento per chi lo ha vissuto e l’impossibilità, appunto, di dimostrarlo per chi indaga le ragioni di un presunto omicidio.
Di quegli «anni di rame», di quell’«epoca pubblica» c’è più di una eco, quando il protagonista parla del suo amico che poi lo tradì e della fratellanza, in pagine di una bellezza assoluta. Impossibile.
#ilibrideglialtri
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