ltima nota. Ho visto, all'interno del Pd, molti tornare a casa, in nome di una nostalgia molto vistosa, soprattutto sotto il profilo elettorale: riunioni di cattolici per i candidati cattolici, riunioni degli ex-Pci per i candidati ex-Pci. Ho visto schemi antichi (eufemismo) che hanno destrutturato anche gli schieramenti congressuali (il richiamo della ingens sylva è più forte di quello della mozione), nel senso di un ritorno ai Ds e alla Margherita (anzi, no, proprio alle consuetudini della Prima Repubblica, con Dc, Pci, Pri, Pli, Psdi…). Ecco, volevo dirlo, ho pensato di dover fare una campagna elettorale democratica, rivolta agli indecisi, ai dubbiosi e ai disaffezionati. Ai democratici di generazioni antiche e di nuova adesione. Ai monzesi e ai brianzoli di qui e a quelli acquisiti. A chi ha creduto in Prodi, a chi ha conosciuto Zaccagnini, a chi era berlingueriano. Ai laici e ai cattolici, agli agnostici e, persino, agli atei (scherzo, ma a volte vale la pena di ricordare che siamo un Paese fatto così). Ai giovani che sono nati dopo il 1989 e ai ragazzi del '99. Ai verdi, ai socialisti, ai radicali, a chi in passato ha votato Idv per disperazione, a chi crede nella politica, guarda a Obama e per tanti anni si è ritrovato Mastella (per capirci). A imprenditori e sindacalisti, cercando di mantenere la stessa versione delle 'cose' e non di cambiarla a seconda dell'uditorio. A chi era curioso di provare qualcosa di nuovo, a chi sta su Facebook e chi va al mercato, a chi sta in coda, a chi prende un treno che è in ritardo come il Paese in cui vive, a chi non sa nemmeno che cosa siano esattamente le correnti (se non per il freddo che ha fatto, nelle ultime settimane), a chi chiede soluzioni e non gli interessa nemmeno tanto da dove provengano. A chi si connette e a chi aspetta il tram (nel senso del convoglio, ma anche della linea intera). A chi ha una famiglia da mantenere e un mutuo da pagare, a chi si domanda chi vincerà il prossimo concorso, nella speranza che non sia riservato agli 'amici' degli 'amici'. A chi chiede diritti per sé e riesce anche a pensare alle garanzie per chi non le ha. A chi paga le tasse e non fa affari con la mafia. A chi crede nella scuola, nell'ambiente, nella ricerca (in ogni senso). A chi pensa che il futuro dei nostri figli si costruisca con le lezioni del passato e l'educazione politica e morale (sì, anche quella) dei nostri genitori. Chissà se funzionerà. Mi pareva giusto fare così. E di farlo anche in futuro, in ogni caso. Con un occhio alla Costituzione e uno al nostro progetto politico. Altrimenti non capisco perché abbiamo fatto il Pd e che cosa decidiamo di raccontare, in futuro, agli italiani. E, forse, a noi stessi.
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