C’è un meme molto spiritoso delle Bimbe di Sergio Mattarella che ritrae un Baby Yoda mattarellizzato.

È il meme definitivo, anzi: ineludibile.

Perché Mattarella è una figura eccentrica nel panorama politico del nostro Paese. Mite, riflessivo, lontano dal comiziare di tutti su tutto, preciso, puntuale. Certo, è il ruolo che glielo impone, anche se sappiamo che altri, in passato, hanno tenuto tutt’altro registro.

Nel lavoro curato da Stefano Catone, emerge peraltro che questo stile e questa impostazione politica, che non è mai solo formale, Mattarella l’ha sempre tenuta. Catone ricorda di una (sola) feroce polemica con Rocco Buttiglione, di un durissimo intervento ad Assago, alla fine della storia della Democrazia Cristiana, di un atteggiamento rigoroso e duro contro tutte le deformazioni che la politica ciclicamente assume. Sempre però à la Mattarella. Senza forzature, senza eccessi.

E Catone ci dice anche che la sua puntualità non fosse solo a parole, ma informò di sé anche la sua pratica politica. Quando fece il ministro dell’Istruzione e della Difesa, quando ridimensionò il ricorso all voto segreto nelle aule parlamentari, quando confezionò un sistema elettorale misto e però equilibrato, che poi la politica peggiore volle cancellare. Ricorda, Catone, la sua difesa della Costituzione, quasi plastica.

Mattarella è l’antidoto che ci protegge dalle mille schifezze della politica attuale, dalle sue parole corrive, dalle spiagge dove cadono governi (una volta erano balneari i governi, oggi le cadute), dalle parole a vanvera dei talk show, dai tormentoni senza senso che di alto hanno solo il volume.

È un filo tricolore che unisce la storia della nostra Repubblica. Piersanti, il fratello, ucciso dalla mafia, che Sergio raccolse dall’auto insieme ai primi soccorritori. La Dc siciliana, così vittoriosa, così perduta. La transizione dalla Prima alla Seconda Repubblica, la destra e la sinistra, Berlusconi e l’Ulivo. Gli impegni politici di partito, quelli istituzionali, la Corte costituzionale e, quindi, la Presidenza. L’Italia e l’Europa.

Un percorso lineare e coerente, nobile, che fa pensare che la politica sia bella o seria. O entrambe le cose. E che sia possibile sostenerlo, nonostante tutto e tutti.

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