Lo avremmo volentieri chiamato «Stronzi!», il libro che invece abbiamo chiamato «Struzzi!».
Perché è imbarazzante ciò che accade sul clima, l’incapacità di coglierne i pericoli e le opportunità, l’assoluta mancanza della volontà politica di affrontarli, l’inerzia determinata dagli interessi di alcuni e dall’ignoranza di troppi.
Il Parlamento e il Governo andrebbero evacuati, perché parlano di tutto, fuorché del clima e delle cose che servirebbero: investimenti cospicui (e disinvestimenti altrettanto forti), ricerca, leva fiscale, efficienza energetica.
Struzzi sempre e dappertutto, diciamo così. Questi nostri struzzi sono ridicoli. Un ridicolo che di fronte all’enormità di quello che sta succedendo diventa grottesco. Ed è anche un po’ infantile, perché come ci ricordano ogni benedetto venerdì Greta e i ragazzi di FridaysforFuture, qui nessuno si assume la responsabilità di fare l’adulto.
Eppure.
Eppure ci sono le tecnologie, le soluzioni, le possibilità. A mancare è solo la volontà. Evacuate dunque quelle aule, liberatele dai fossili, metteteci dentro quella cosa che un tempo si chiamava politica.
E se non si muove il governo, facciamo in modo che si muovano i Comuni, le scuole, le aziende, i centri di ricerca. La rivoluzione la faremo con loro. Con chi ha disponibilità economiche e vuole investire sul futuro, perché investire sul passato è solo un ossimoro. E una fata morgana.
Per ogni copia acquistata pianteremo un albero. Le radici sotto la sabbia.
La copertina è del magico Manuele Fior.
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