Lo ha scritto Giampaolo Coriani per Possibile. Mi sento di condividerlo parola per parola.

C’è un macigno che incombe sulla “potenza di fuoco” messa in campo dal Governo per aiutare le imprese in questa crisi causata dalla nota pandemia.

Già sappiamo che sono denari messi a disposizione dagli istituti di credito e solo garantiti dallo Stato, quindi dai contribuenti, ma va bene, sorvoliamo sulla retorica.

Il macigno è un altro.

In un Paese infiltrato dalle mafie, già espanse a livello imprenditoriale, già specializzate nelle truffe sui contributi dell’Unione Europea, quali strumenti verranno utilizzati per garantire che questi denari non vadano a loro?

E a quel sottobosco di imprese “furbe” che già ben prima della crisi avevano migliaia di euro di debiti certificati da sentenze e decreti ingiuntivi ma che sono ancora attive?

Dobbiamo essere ragionevolmente sicuri che l’indispensabile rapidità dell’intervento corrisponda anche a un aiuto mirato a chi ne ha bisogno e se lo merita.

A chi è stato davvero messo in ginocchio da questa crisi, non a chi si mette in ginocchio ora con il cappello in mano per l’ennesima speculazione.

Dica il Governo quali sono esattamente i criteri che utilizzerà per impedire che questi aiuti vadano ai soliti criminali e ai soliti furbi.

No alla burocrazia, ma anche alla merda, insomma.

La solita montagna.

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