Oggi Crisanti dice che la fase 2 è un territorio inesplorato. Come nelle antiche carte geografiche, ci addentriamo in mondi che non conosciamo. Equipaggiati solo di buon senso.
La notizia è quella che conosciamo e denunciamo da tempo. Sempre Crisanti lo aveva detto a Formigli, settimana scorsa, in diretta tv.
«”Non è possibile, non è vero, c’è una carenza pazzesca di reagenti in Italia”, lo gela Crisanti. “Ma voi in Veneto li avete trovati, i reagenti”, puntualizza il padrone di casa. “Perché noi a gennaio, quando l’emergenza è scoppiata in Cina, ci siamo organizzati e i reagenti ce li siamo fatti in casa e abbiamo sviluppato un test praticamente identico a quello dello Spallanzani”. Quindi conclude confermando l’equazione “più tamponi uguale meno morti”: “Il Veneto ha fatto 23 tamponi per ogni caso positivo, la Lombardia ne registra 3. E questo non vuol dire che in Veneto li abbiamo sprecati. A Vo’ abbiamo dimostrato che solo così si controlla l’epidemia”».
Mancano – ancora – i tamponi e in modo particolare i reagenti (#icazzodireagenti). Del resto, la gara internazionale dell’ineffabile Arcuri parte solo oggi, scrive il Corriere. Solo. Oggi. A proposito di reagenti, notevole il tempo di reazione. Uno scandalo.
Nel frattempo ci arrivano, beffarde, le istruzioni per l’apertura totale: dal parrucchiere uno alla volta e tavoli a due metri nei ristoranti.
Troppo poco, più che la Task Force sembra Nonna Papera: «Abbiamo la ricetta per l’apertura totale!». Lavarsi le mani, ecc. come se fossimo ancora al primo giorno. E non andate sui Navigli, mi raccomando, che sono il luogo di ritrovo degli untori.
Dispiace rilevarlo ma dopo due mesi di lockdown e tre mesi di emergenza, possiamo tornare anche a un minimo di spirito critico. Per affermare che ci aspetteremmo e meriteremmo dell’altro. Tutt’altro.
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