#coronavirus: inconfutabile evidenza che l’Italia non sta attuando alcuna strategia di testing nella #fase2.
Ovvero stiamo perdendo ancora una volta tempo prezioso per timore di identificare troppi casi. PS. sono esclusi i #tamponi “di controllo”
Il dato dei tamponi non va preso in assoluto, ci ricorda Cartabellotta, autore del contributo che trovate qui sopra. Non è nemmeno il numero a contare, soprattutto se sono tamponi confermativi, diciamo così, ormai tradizionali in alcune zone del Paese. Per trovare conferma e non smentita nei dati con millemila guariti.
Il proverbiale fattore C, non le tre T di cui si è molto parlato (invano). Il governo frena, le Regioni premono, i reagenti arriveranno, per la fase 3 o 4. La tecnologia pare essere stata messa tra parentesi, se non da parte.
E ci si affida ai minimi strumenti di protezione a cui siamo ormai abituati, alle condizioni meteorologiche, alla temperatura e all’umidità e al virus che, dicono, rallenta, anche se non c’è alcuna evidenza scientifica. E anche con i dati, a volte sembra di leggere il volo degli uccelli. Come aruspici, letteralmente.
In tutto questo interi settori sono allo stremo e la ripartenza – la quarantena dopo la quarantena, come l’abbiamo chiamata due mesi fa – sarà complicata per moltissimi. L’afflato unitario, se è mai esistito davvero, si è disperso in mille rivoli, a seconda del colore politico, della categoria professionale, della località geografica, in base al grado di simpatia per questo o quello. I cartelli «andrà tutto bene» sono stati ammainati. E, a occhio, non ne siamo usciti migliori, come ci si augurava. Ma – forse – è ancora troppo presto per dirlo.
Le scelte politiche di fondo sul “modello” sono in gran parte rinviate, per le divisioni (originarie) all’interno dell’esecutivo, per i calcoli di qualcuno, per la pochezza di altri.
Incrociamo le dita guantate e teniamoci a debita distanza, esercitando responsabilità, dimostrando saggezza, praticando cautela e recuperando un po’ di senso critico. Quello non ha bisogno di un DPCM per tornare vivo e per consentirci di affrontare quella che è una discesa solo nei grafici (e speriamo che nei grafici, per prima cosa, resti tale) ma che imporrà qualche scelta. Presto. Quando non sarà più possibile rinviare le decisioni vere.
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