Mi segnalano da più parti che la questione del ritorno in patria di chi ha combattuto – anche dalla parte giusta – è molto delicata e va trattata con la giusta misura. Così accade in ogni paese d’Europa.

Concedo volentieri dignità all’argomento ma torno a chiedermi, ancora più deciso di prima, perché solo Eddi Marcucci è sottoposta alla sorveglianza speciale mentre i suoi compagni che si sono trovati nella stessa situazione ora sono liberi.

E perché, se la preoccupazione citata in premessa è quella, gli argomenti (teorie, perché non vi sono né indizi, né prove, né reati contestati) usati contro di lei sembrano riguardare piuttosto il suo orientamento politico e questioni localissime, che con il Rojava (già bell’e dimenticato)?

Insomma, Eddi libera. Presto. Subito.

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