Il semplice fatto che si possa parlare di un Conte Ter altrimenti detto Conte Troika la dice lunga sulla situazione in cui versa il Paese. Dai pennarelli ai pastelli, anzi, ai rimpastelli.
Così come evocare Draghi, dopo aver perso mes e mes a parlare di cose che non si sono ancora definite. Dice che se ne parla a febbraio, del recovery. Mi pare un’idea straordinaria.
Dal 7 gennaio nuove regole per continuare a sopravvivere (a se stessi). Intanto Gallera-l’uomo-che-purtroppo-c’era, spiega che si può fare con calma con i vaccini, che i medici sono in ferie.
Gli stoici la chiamavano grande conflagrazione. Ecco, credo ci siamo arrivati.
Non credo c’entri con l’età dell’acquario, ma con la stupidità umana e politica di una classe dirigente che si è trovata a gestire qualcosa di troppo grande, con gli strumenti limitati di sempre.
Come abbiamo dimostrato giorni fa, è l’eterno ritorno dell’uguale e mai dell’uguaglianza.
L’unico che parla di futuro («un dover emorale») e di Europa senza che sembri un pianeta lontano è il Presidente SempreSiaLodato. Gli altri parlano di sottosegretariati, convinti di avere quelle buono: il loro.
Non so dove andremo a finire, mi basta vedere dove siamo già andati a finire. E non è solo colpa dei “politici”, no, loro interpretano un copione, come se fosse una soap opera che perde ogni giorni spettatori.
Ieri il Corriere della Sera titolava: «Un anno da record per il club dei super ricchi».
Si parla dei 500 nababbi (sic) del Bloomberg Index: nel catenaccio si precisa che il loro patrimonio è cresciuto di 1800 miliardi. Poi il giornale approfondisce i dieci casi più eclatanti.
Commenta giustamente ha notato Paolo Cosseddu, direttore di Ossigeno:
Oggi anche il Corriere della Sera rende conto degli enormi guadagni realizzati da pochi grandi miliardari nell’anno della pandemia e della crisi economica conseguente. Trattando però la notizia alla stregua di una curiosità, quasi con un pezzo di colore: altrimenti non si spiega perché lo stesso quotidiano, quando qualcuno timidamente propone di discutere di una patrimoniale, schieri tutti i suoi opinionisti per demolirla, lanciando surreali allarmi in difesa dei “piccoli risparmiatori”, categoria evidentemente molto diversa da quella descritta in questo articolo.
Caro Corriere, le disuguaglianze non stanno nella sezione “strano ma vero”.
Questo è il livello.
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