A due passi dalla Casa Bianca, leggo di B e del suo appello di oggi. Faccio notare che per anni il 25 aprile, lui, non l’ha nemmeno festeggiato. Anzi: il 2009 è stato, finora, l’unico precedente (anche perché, l’anno precedente, B celebrò il 25 aprile con un fascista, per intenderci). Oggi però ha l’urgenza quirinalizia e, allora, eccolo lì. Sentirlo parlare di padri costituenti tra un lodo e un’intercettazione da cancellare fa parecchia tristezza: da Terracini a Mills il passo è tutt’altro che breve. Ascoltarlo discettare di prima e seconda parte della Costituzione e, soprattutto, di futuro fa sembrare tutto ancora più finto e irrecuperabile. Il 25 aprile, però, ci ricorda che non è così. E che la libertà, quella vera, arriva. Bisogna crederci, però. Buona Liberazione a tutti.

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