Abbiamo parlato della Zona lampone. Per accedervi come sapete è sufficiente un’autocertificazione. Per prendervi parte è necessario, come vuole quell’antico refrain, passione e pazienza.
Nella Zona lampone gli orologi contano i mesi e gli anni e non le ore, i minuti della politica attuale (il minuto dopo, è già cambiato tutto). I suoi residenti, a costo di apparire noiosi, scelgono una battaglia – con particolare predilezione per quelle perse – e sono capaci di insistere, ogni giorno, per mesi e per anni (appunto).
Non ci sono posizionamenti, la viabilità è pensata per vie maestre: clima, progressività, patrimoniale. E diritti, con ogni specificazione, e legalizzazione della cannabis (contro il proibizionismo) e parità nella differenza, che forse è la cosa più importante (tra i ministri non ci si riesce? Iniziamo dalle lavoratrici e dai lavoratori).
Nella Zona lampone la riforma del catasto, che manca da secoli, è stata già fatta, pensate un po’.
Nella Zona lampone la sinistra è felice dei propri valori, non si intimidisce se altri fanno la voce grossa, è orgogliosa di battersi per campagne in cui crede. Coltiva il dubbio e la critica (laicamente) ma senza farsi travolgere dalla cupezza.
Nella Zona lampone le parole sono associate ai numeri, e viceversa. Troppe se ne sentono in giro, a questo proposito, quasi sempre sbagliando di qualche zero.
Nella Zona lampone il coprifuoco per il politichese è esteso dalle 22 alle 22 del giorno successivo. sempre.
Nella Zona lampone si rispettano le regole, soprattutto di natura fiscale, quelle che regolano la redistribuzione della ricchezza.
Nella Zona lampone i teatri e i cinema sarebbero aperti (come sono aperti i ristoranti), in sicurezza, con strumenti che garantiscano di partecipare senza correre rischi. Ove si scegliesse un lockdown, lo si farebbe sulla base di un piano, non continuando a cambiare indicazioni (vero?).
Ecco, la Zona lampone è un luogo in cui si pensa che il futuro sia meglio del presente. O possa esserlo. Anzi, debba necessariamente esserlo.
Per raggiungerlo, questo futuro, bisogna iniziare a immaginarlo oggi. Senza perdere altro tempo.
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