È necessario tornare ai fondamentali. Il paese scivola, scivola via. È un vero e proprio calvario per molte, troppe persone. Paghe da fame, lavoratori che lavora e lavorando si impoveriscono, contratti ridicoli, discontinuità pensionistica e tutto l’orrore del mondo.
Ci vuole il salario minimo, proprio quello che è stato cancellato dal PNRR del governo. Poi parlate di quello che volete, scannatevi su una ridicola proposta di Letta su una minisuccessione che diventa un bonus (Gesù), arruffatevi prendendovi una corporazione a testa da difendere, ma il punto è questo.
Non si può lavorare nello sfruttamento. Nei campi, nelle officine, nelle cucine, addirittura negli studi eleganti del centro storico.
E basta, cazzo. Lo vogliamo capire che il problema è questo? Che la cosiddetta “forbice” è troppo alta? Che nello stesso posto di lavoro dobbiamo raggiungere la parità salariale tra donne e uomini e rispettare un criterio di proporzionalità, che abbia una “misura”?
Gente che lavora per meno di quattro euro all’ora per gente che guadagna 100.000 euro? Davvero può funzionare così? Credete che questa situazione possa reggere ancora a lungo?
E il bello è che lo sanno tutti: non fare niente non è grave, è criminale.
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