Questo piccolo blog tifa per Emanuele Trevi per lo Strega 2021, come ormai sapete. Per l’anno in corso, invece, decreta, senza dubbio, come miglior libro edito in Italia – almeno finora, ma sarà difficile batterlo – il libro di Enrico Deaglio, Cose che voi umani, pubblicato da Marsilio.
Un libro di libri, un libro potenzialmente infinito, che analizza la politica americana come raramente capita ai nostri commentatori italiani (ed europei). Ho iniziato a leggerlo sottolineando e prendendo appunti, come faccio sempre. Beh, l’ho sottolineato tutto, e mi sono messo a leggere la bibliografia come uno studente universitario, curioso di andare ancora più a fondo, cercando di resistere alla tentazione di smettere di fare qualsiasi cosa per arrivare alla fine.
Deaglio attraversa la storia americana con sapienza, sviluppando un saggio ricchissimo con quella prosa sagace di cui aveva già dato più volte prova – indimenticabile il suo Storia vera e terribile tra Sicilia e America, per i tipi di Sellerio -, parla di Trump, di Q, di Lenin, di Bannon, in un circolo “viziato” da uno strisciante colpo di Stato (permanente), che riguarda la democrazia americana e non solo.
Sono straordinari i tempi in cui viviamo, dice Deaglio, scegliendo il titolo che arriva dritto da Blade Runner e dal mitico monologo dell’androide. È tempo di morire, per ogni democrazia? No, però c’è più di un motivo per preoccuparsi del funzionamento dei nostri sistemi democratici. A Rutger Hauer risponde, nel lungo piano-sequenza dell’autore, Arnold Schwarzenegger. In qualità di attore politico, politicissimo, avversario di Trump, reduce da una storia familiare che lo collega, suo malgrado, al regime nazista. Che tiene presente e fermo, l’ex governatore della California, come dovremmo fare tutti.
Il cerchio però non si chiude. Non è una “O” del resto, ma una “Q”. E quella linguetta ci deve far riflettere su ciò che può ancora accadere. Perché è accaduto già, nella storia di noi umani. E noi umani, appunto, lo dovremmo ricordare. Ogni santo giorno.
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