Non lo sopporto da anni. All’inizio, mi serviva, mi preferiva a Rutelli, quando c’era da marciare su Roma con l’Msi. Poi abbiamo fatto l’alleanza noi e lui al Nord si alleava con la Lega. Poi ha iniziato con la storia di fermare i processi che lo riguardavano, e noi abbiamo messo via il cappio. Poi abbiamo governato male, ho fatto la legge con Bossi, ho sostenuto tutto quello che faceva. Quando ha perso, nel 2006, ho pensato che toccasse a me. Finalmente mi sembrava l’avverbio giusto, per me. Ma lui ha tirato dritto. E così sono passati sedici lunghi anni. Nel 2007 ho anche pensato: è finito. Invece c’è stato il predellino. E poi il 2008. Faccio il presidente della Camera e dico un po’ quello che voglio, ma alla fine gli voto tutto. Parlo di Costituzione, mentre lui l’attacca. Parlo di stranieri, mentre lui ci specula sopra. Parlo di regole, mentre lui sta costruendo un sistema di regole pro domo sua (Scajola, scusami, non mi riferivo a te). Ho provato a forzare, ma voglio essere gianfranco con voi: dove sarei potuto andare? E con chi? Con Rutelli? Per favore, cercate di capirmi. Non ho nemmeno sessant’anni. C’è ancora tempo per lanciare la sfida vera, no?
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