Gianni Cuperlo nel suo ultimo libro (Basta zercar) ricorda di come una volta sia stato richiamato da un compagno triestino al rispetto dello Statuto, perché nello Statuto «sta tutto», appunto.
Con la candidatura odierna di Nichi Vendola – che personalmente saluto con favore – è già partito il derby tra il presidente della Puglia e il segretario nazionale del Pd. Mi soffermo, per ora, su un particolare che definirei ‘primario’: nello Statuto c’è anche la risposta circa il nome del candidato del Pd. Poi, ovviamente, gli elettori del Pd potranno scegliere, ma quanto a candidature, nel caso Bersani confermasse le proprie intenzioni, non si potrebbe candidare nessun altro esponente del Pd alle primarie di coalizione (regola che non c’è per le altre cariche monocratiche, che sono normate diversamente).
Art. 3, comma 1:
Il Segretario nazionale rappresenta il Partito, ne esprime l’indirizzo politico sulla base della piattaforma approvata al momento della sua elezione ed è proposto dal Partito come candidato all’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri.
Art. 18, comma 8:
Qualora il Partito Democratico aderisca a primarie di coalizione per la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri è ammessa, tra gli iscritti del Partito Democratico, la sola candidatura del Segretario nazionale.
P.S.: il Bersani di un anno fa spiegava, però, che non c’è alcun automatismo. All’inizio del Congresso, addirittura, voleva proprio modificare quella norma. Poi deve aver cambiato idea, perché lo Statuto è stato modificato, ma quella norma è rimasta, come è lo stesso Bersani a notare, un anno più tardi.
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