em>Post dei post dell'estate 2010. Sottotitolo: «scriviamo il Post».
Ieri sera, dopo la trasmissione di Linea Notte a cui ho avuto il piacere di partecipare, ho convocato, in seduta straordinaria, lo staff immaginario. Pregio dello staff che non esiste è che potete convocarlo anche in pieno agosto. Non è da tutti. Lo staff immaginario ha una marcia in più. E a mezza estate gli immaginari danno il meglio di sé, per via del loro modo di muoversi con leggiadria tra i sogni e le speranze.
Bene, lo staff ha analizzato la situazione politica: il Palazzo è blindato. Si parlano tra di loro, in un linguaggio arcano e indecifrabile. Fini è ancora nella maggioranza, promette di volerci stare, ma intanto ne combina di ogni. B è alle strette, ma quando alle strette dà il meglio di sé, che poi sarebbe il peggio per gli altri. I nostri costruiscono strategie che, a detta dello staff, assomigliano alle ragnatele di cui diffidava Francis Bacon.
Sul Palazzo, lo staff consiglia di fare le cose con calma. Anzi, precisa, con uno slogan: «Calma ma non gesso». Invita cioè a evitare pasticci (lo staff ha presente la metaforica Sacher) e a evitare soluzioni troppo spinte. Perché la fantasia va bene, ma non bisogna esagerare, dice lo staff. Se un governo è tecnico e a tempo, deve essere tecnico e a tempo. Lo staff sconsigli governi politici di legislatura: non ne vede le condizioni, non gli piace la prospettiva in cui si inserirebbe.
Ma lo staff, senza dubbio alcuno, invita a uscire dal Palazzo, e se B ha intenzione di lanciare la campagna elettorale, lo staff dice di prepararsi. In ogni caso. Comunque. Giorno dopo giorno. Che si voti a novembre (!), il 27 marzo (che porti sfighissima), nel 2012 o a fine legislatura, poco importa. Bisogna muoversi.
E se B grida «al voto, al voto!» (che potrebbe anche tradursi con «al lupo, al lupo», anche se nel suo caso trattasi probabilmente di volpe), noi dobbiamo raccogliere la sfida. E se lui vuole le elezioni anticipate, noi, minimo, vogliamo la rivoluzione.
Ha quattro punti, B, per rilanciare il suo governo. Noi dobbiamo avere le risposte precise, punto per punto, e aggiungerne quattro di nostri. Che parlino al Paese, che diano qualche senso a quello che succederà dopo.
Scriviamo il «Post», insomma. Il capitolo successivo a questa storia deprimente e circolare, in un eterno (speriamo di no) ritorno dell'uguale sotto forma di transizioni, voti di fiducia, golpe mascherati, prove di forza.
E prepariamoci alla battaglia campale, a cominciare dal famoso territorio. Andrea e Stefano dalla provincia di Varese stanno lavorando per completare il lavoro del Libro verde, ad esempio, perché questa volta bisogna fare campagna elettorale sul serio, qui da noi. Lo stesso vale per alcune decisive precisazioni sul tema dell'immigrazione, che è forse l'argomento su cui più speculano, quelli dell'altra parte. E per qualsiasi cosa, l'indirizzo ce l'ho, come diceva quella canzone: [email protected].
E il 20 settembre inizia una storia diversa, a cui siete tutti invitati a partecipare. Il Partito dei giovani, che non si presenterà alle elezioni, immaginerà un mondo nuovo e la risposta alle questioni che riguardano gli italiani. Non quelli che fanno politica o, peggio, che hanno problemi con la giustizia (quella penale). Tutti gli altri. Un mondo nuovo.
Scriviamo il «Post», con sobrietà e determinazione, qualsiasi cosa accada. Le idee buone e gli strumenti corretti funzionano a novembre, a marzo, quando se ne ha bisogno. Abbiamo buttato via 20 anni, in alcuni casi sarebbero stati i migliori della nostra vita: è tempo di cambiare.
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