Christian mi tira giù dal letto. Mi dice che anche Bersani ha scritto una lettera. Come Walter (ormai è un genere letterario). E, dice Christian, sembra la lettera di un segretario di sezione degli anni Sessanta. No, è del 2010. Di un politicismo esasperato, come le ultime dichiarazioni del nostro segretario, la lettera illustra, in sintesi, la disponibilità del Pd a costituire un governo tecnico e, nel caso di elezioni anticipate, un vasto schieramento, denominato Grande Alleanza (con la presenza di Casini, si potrebbe anche usare il termine ‘Santa’) contro il Mostro. Una cosa diversa dall’Unione e, però, a ben guardare, del tutto simile. Anzi, più grande. Una Grande (Grosse?) Unione per una legislatura costituente (solo?).
Bersani poi propone la costituzione di un nuovo Ulivo, dai confini indefiniti, che assomiglia al vecchio Ulivo, ma sarebbe diverso (forse è un Ulivo di terza generazione, come il nucleare). Non so, ma a quelli che criticavano la lettera di Veltroni, consiglio una lettura in parallelo delle due missive. Così, magari ci si rende conto che il concretissimo Bersani è più vago del veltroniano Walter. E che a parte l’«impegno univoco» e la «fisiologia democratica», non si capisce che cosa andremmo a fare, al governo del Paese. Pensavamo che dopo B si aprisse una nuova fase, di coraggio e di speranza: e invece si dà per scontato che sia imbattibile, e che si debba fare la “raccolta punti” di tutti i partiti per batterlo.
Ricordo che Bersani rimproverava a Franceschini di limitarsi all’anti-berlusconismo, nei lunghi mesi del Congresso dello scorso anno. Ora l’ex segretario potrebbe rispondere, come si faceva da bambini: “specchio riflesso”. In sostanza, una via d’uscita dal berlusconismo che lo conserva totalmente, senza slanci, né orizzonti nuovi e diversi. Così, per la cronaca. In ogni caso, non è colpa di Bersani: è tutta colpa di Christian, se mi sono svegliato male.
P.S.: il finale è epico: «suoneremo le nostre campane». Non ci limiteremo ai campanelli, insomma. Wow.
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