img alt=”mazzini” src=”http://files.splinder.com/8a05f8c848b57d606d3b84784dc94db4_medium.jpg” style=”border-top-width: 1px; border-right-width: 1px; border-bottom-width: 1px; border-left-width: 1px; border-top-style: solid; border-right-style: solid; border-bottom-style: solid; border-left-style: solid; ” />
Seguendo Ippolito e avviando una solerte raccolta di iscrizioni commemorative (se ne avete, speditemele), ho pensato che questa cosa delle lapidi ha un suo fascino, che andrebbe immantinente recuperato. E rispetto alle dichiarazioni fumose e al low profile di alcune nostre uscite, le intemerate risorgimentali hanno una loro attualità. Perciò, con la vivissima emozione del momento, nel nome degli eroi di allora e delle loro imprese, fondo, con gesto solenne, la corrente dei lapidem.
In questo austero palazzo
ridotto a tempio di mercanti
l'opposizione, stanca,
per due anni timidamente
si riposò
ma subito adergendosi
fiammeggiante nella luce democratica
vide cadere il tiranno
e riprese il cammino
A ricordo perenne
sedato il porcello
casta contro la casta
la cittadinanza pose
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