Ok, se siete presi dal panico democratico e vi viene il sospetto che in questa Italia ci sia da rimboccarsi piuttosto le coperte che le maniche, andate in libreria. Troverete l’ultimo (è doloroso scrivere così) libro di Edmondo Berselli, L’economia giusta, pubblicato da Einaudi. Sono 99 pagine. Da leggere con calma e attenzione. E da rileggere, subito dopo, perché ci sono dei passaggi che illuminano tutte le nostre miserie. Come un flash.

Dopo esserci massacrati (per finta, as usual) con la questione cattolica, troverete parole chiare sulla necessità storica di costruire un’alleanza con i cattolici democratici. Scoprirete un’idea di società giusta che era finita sotto il tappeto. Rileggerete del modello renano e di una consapevolezza tutta europea, che non ci può fare che bene, anche oggi, e che continua a dare qualche risposta, nonostante tutto.

Per Berselli è un’assunzione di responsabilità storica, quella che ci vuole, senza avere paura di riscoprire criticamente categorie del secolo scorso, per metterle ancora alla prova, dopo anni di scelte sbagliate. E irresponsabili. Senza avere paura di sembrare «inattuali», anche perché di «attuale», di questi tempi, non c’è granché, se non parole al vento e ricette molto imprecise. Tra Hirschman e Bad Godesberg, e anche un passo più in là, in una riscoperta della povertà di cui forse tutti dobbiamo farci carico. All’insegna di una idea di fairness, che fa segno alla misura, all’equilibrio, alla redistribuzione che potrebbero caratterizzare la sinistra italiana e darle qualche indicazioni sulle cose da fare, nel prossimo futuro, dopo un incantesimo lungo vent’anni da cui rischiamo di uscire senza idee per il futuro:

Proviamoci, con un po’ di storia alle spalle, con un po’ d’intelligenza e d’umanità davanti.

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