con la Woodstock di Grillo e dei suoi, e una influenza (a furia di rimboccarsi le maniche e di esporsi alle correnti interne, era prevedibile) ho deciso che per un po' può bastare. E che mi fermerò. Autogrill stazioni feste caselli frecciatreninritardo alberghi spiagge borghi serate incontri levatacce: prima della non-pausa estiva avevamo superato quota sessanta. Ora siamo a novanta, più o meno, ed è il caso di fermarsi. A studiare. Posso solo dirvi che ho visto cose, in questi mesi in giro per l'Italia, che non solo non trovereste tra i titoli del Tg1, ma che purtroppo sono rappresentate solo in minima parte dai protagonisti del dibattito politico italiano. Anche a sinistra.
Verso Firenze, sono molte le tartarughe che si stanno mobilitando. Nel frattempo, sulla stampa impazza il dibattito, nel quale siamo presentati, di volta in volta, come «giovani leoni», «enfant prodige», «nuove promesse». Chissà perché non si fa il contrario, e non si dà del «nonno» a chi sta in Parlamento da sei legislature. Forse perché non sta bene, come non sta bene continuare a far finta di non capire. Perché il punto, se ci pensate, è proprio questo: non siamo noi a dover giustificare la voglia di dare il nostro contributo, ma altri a dover spiegare perché si ritengono così indispensabili.
In questo momento di riflessione, mi piace pensare che i partecipanti dell'incontro di Firenze siano "i prossimi". Con il doppio senso. Anzi, di più, perché di sensi ce ne sono tanti. Solidali, radicati, nuovi, alla pari: i prossimi. Per una politica di vicinato e per la rivoluzione della porta accanto. Per cambiare, con decisione e responsabilità. Per rimettere in gioco le tante energie che rischiano di disperdersi, tra l'astensione e la protesta. Per capire che cosa dire, se mai ci saranno queste benedette elezioni.
Nei prossimi giorni (appunto), oltre a definire il profilo organizzativo delle giornate fiorentine, approfondiremo il contenuto delle nostre proposte, in modo partecipativo e aperto. Perché parlino al Paese e non al nostro ombelico. Cercando di fare in modo che tutto il Paese si senta a casa propria, a Firenze, in quel fine settimana (che speriamo sia anche un "fine ventennio").
'Prossima' fermata: la Leopolda, a Firenze, dal 5 al 7 novembre. Chi non viene è un giovanotto.

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