Nella noia totale del dibattito sul Piano Regionale di Sviluppo della IX legislatura, che stiamo ancora discutendo, il consigliere Prina (collega del Pd) ha presentato un ordine del giorno di sicuro interesse, che la maggioranza ha ovviamente bocciato.
Si tratta della richiesta di rivedere i canoni regionali di concessione per le acque minerali per un importo non inferiore ai 3 euro per metro cubo di acqua minerale imbottigliata. I 3 euro sono la media delle regioni virtuose. In Lombardia, invece, il canone è di 0,516 euro per metro cubo. Quasi un sesto.
Attualmente i proventi derivanti dai canoni di concessione delle acque minerali vanno alle Province lombarde per il risanamento idrogeologico e ambientale dei loro territori.
La cifra che si potrebbe ricavare dall’adeguamento del canone, infine, calcolata sui dati parziali forniti in relazione all’anno 2009, sarebbe pari a 10 milioni di euro.
A me pare una di quelle cose che sarebbe giusto promuovere anche fuori da quest’aula, un po’ sorda e un po’ grigia, come sempre.
Ovviamente, si tratta di una questione che riguarda la Lombardia ma anche tutte le altre regioni italiane, a parte il Veneto e il Lazio (che sarebbero le regioni virtuose a cui faceva riferimento il collega consigliere).
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