128 seggi su 128. Votanti 67499 (81% del 2006). I dati sono ancora ufficiosi, ma credibili.
Bianche 91
Nulle 42
Pisapia 30553 – 45,36%
Boeri 27055 – 40,16%
Onida 9036 – 13%
[il dato di Sacerdoti che mi è arrivato non è coerente con gli altri, lo sto verificando].
Mio personalissimo commento, in attesa che i dati raccolti oggi con Termometro (che hanno azzeccato le previsioni al millimetro) ci aiutino a capirne di più. Parlerò quindi solo del mio punto di vista, ripromettendomi di approfondire nelle prossime ore il risultato sotto il profilo politico.
L'affluenza è più bassa del previsto e ci dice che il centrosinistra è meno in salute del 2006, quando si era in corsa per le politiche del dopo Berlusconi (un altro dopo Berlusconi). Il dato è in linea, però, con le ultime primarie, quelle che hanno portato all'elezione di Bersani (che però riguardavano il solo Pd): nel 2007, erano state 59.000, nel 2009 66.000 persone.
Stefano Boeri era il mio candidato preferito. Fossi cinico o mi fossi comportato da 'rottamatore' (come vogliono le cronache), avrei potuto fare il tifo per altri, non per il candidato 'ufficiale' del Pd. Avrei potuto distinguermi e fare calcoli, perché non avevo alcuna responsabilità politica, perché non avevo lavorato alla sua candidatura e perché, quando ho deciso di sostenerlo, era già a qualche punto di distanza da Pisapia.
Ho invece fatto una cosa che mi è anche stata rimproverata: sostenerlo perché mi piaceva di più, perché credevo che avrebbe potuto sfidare la destra con più successo.
C'era qualcosa che non andava in questa campagna elettorale, e l'ho anche detto, cercando di superare le divisioni che erano emerse e che avevano indispettito soprattutto Valerio Onida per la gestione politica degli indirizzari (maledetti). Mi sembrava che tutti fossero troppo aggressivi e troppo rancorosi. Anche per questo il mio endorsement lo avevo definito morbido, non perché non fosse convinto, ma perché voleva essere rispettoso delle altre figure in campo, che mi sono sempre sembrate di grande profilo, a cominciare proprio da Onida, personalità straordinaria sostenuta da persone a me molto care.
Ho chiesto più volte, l'ultima qualche ora fa, di mantenere un profilo unitario e di tenere presente la vera natura di una competizione come quella delle primarie. Alla luce dei risultati, un atteggiamento ancor più necessario, perché dobbiamo fare il 100%, non il 45%, se vogliamo battere la destra.
Giuliano Pisapia ha vinto bene, con un margine netto. Con lui ha vinto il suo principale sponsor, Nichi Vendola. Complimenti a chi, come Gianni Confalonieri, ha diretto una campagna impeccabile, fin da quella Notte democratica in cui Pisapia si presentò come primo candidato del centrosinistra a Milano.
Gli elettori del Pd non hanno seguito le indicazioni del partito (della sua dirigenza, s'intende) e si sono divisi tra tre candidati. E molti, in queste settimane, si sono lamentati dei metodi e dei modi, che in politica contano. Sempre di più.
Sono ore da sciacalli, ovviamente, e tutti, a Milano, hanno conti da regolare. Ci sarà tempo per fare il punto (l'analisi, si diceva una volta), assumendosi ciascuno la propria responsabilità politica, cercando di essere seri e responsabili, come forse non siamo stati in altre, recenti occasioni.
Consiglio, quindi, a tutti toni più sobri, nei prossimi giorni, perché certe tensioni poi si fa fatica a smaltirle. Mi aspetto che si dica che le primarie era meglio non farle e che con Pisapia non vinceremo mai. Vorrei che fossero in pochi, a dirlo, e tutti a lavorare per un obiettivo possibile, anche alla luce dei movimenti che riguardano il campo avversario (Terzo Polo e Lega, in primo luogo).
Siamo in partita, cerchiamo di non farci male da soli, come (quasi) sempre.
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