Pietro Amati è candidato a Seregno, per il Pd, a sostegno di Ponti presidente. Per i prossimi giorni ha in programma 43 piccoli incontri, con qualche decina di persone alla volta. Amati ha capito che cosa si deve fare, per fare una campagna elettorale degna di questo nome. Ed è la cosa che propongo a tutti: non chiudiamoci nelle nostre ‘segrete’ stanze, non continuiamo a vederci tra di noi, in sede o tra elettori già convinti. Usciamo e bussiamo alla porta delle persone, suoniamo il campanello del vicino, organizziamo incontri con chi non conosce ancora la nostra proposta e, soprattutto, i nostri candidati. La fiducia e la credibilità sono il problema nostro e, più in generale, della politica italiana. Presentarsi "a viso aperto" e "in prima persona" è l’unica soluzione per venirne fuori (in ogni senso). Non dimentichiamolo. P.S.: con l’occasione, voglio ufficialmente protestare contro gli intrugli semi-alcoolici che vengono offerti in occasione degli aperitivi elettorali. Voglio sapere chi li prepara e perché sono sempre – sempre – imbevibili. Vini e succhi di frutta di colori improbabili, associati senza un perché: «amalgami non riusciti», direbbe qualcuno. Ci sarebbe dell’acqua frizzante e un buon prosecco, nel caso?
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