Sottotitolo: che cosa fare negli ultimi giorni di campagna elettorale. Per prima cosa, evitare riunioni interne, con candidati che si complimentano tra loro e applaudono il vicino (ne ho viste troppe e non servono a nulla). Piuttosto, preoccuparsi che tutti i ‘nostri’ elettori vadano a votare. Intercettare i delusi e gli stanchi: i cosiddetti peròdem. Che sono democratici, però… Convincerli a sostenere la nostra campagna politica per le Europee e quella amministrativa per gli Enti locali, magari iniziando proprio da quest’ultima. Presentare loro i nostri candidati, per cercare di creare nuovamente un rapporto (diretto) di fiducia verso la politica (e i politici). In secondo luogo, dedicarsi a intramontabili usanze, anche con mezzi tecnologici (sul web, intendo, perché alla fine, con strumenti nuovi, si fanno cose molto antiche): passaparola, porta-a-porta, incontri nelle case e nei condomini, confronti con i comitati di cittadini, informazione puntuale e precisa sulle nostre proposte. In una campagna elettorale non certo ‘intrigante’ come la presente, l’ultima settimana è decisiva. E, mentre tutto il mondo parla d’altro, da Noemi ai figli di B, forse è il caso che noi facciamo politica. Come la sapevamo fare una volta. Non è difficile. E potrebbe anche essere appassionante.

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