E’ l’auspicio di Aldo Schiavone e del suo ultimo libro, pubblicato da Laterza (L’Italia contesa. Sfide politiche ed egemonia culturale). La fine del berlusconismo è imminente, sostiene Schiavone, alla luce del profondo cambiamento di fase che in economia è rappresentato dalla crisi. Il suo tempo è venuto, insomma, al di là della coda di successi elettorali che lo accompagna: è finita l’epoca del privato fine a se stesso, del «paradigma debole» della politica, della critica alla statualità e dell’attacco alla democrazia. All’interno di questo quadro radicalmente mutato e alla fine di un ciclo che non riguarda solo l’Italia, la sinistra deve ritrovare se stessa, senza guardare al passato, ridefinendo una programma di equità, puntando non sull’«Italina» che abbiamo ereditato, ma sulla «nuova socialità» di tipo qualitativo che possiamo immaginare per il nostro futuro, in un Paese molto diverso dal punto di vista demografico, sulla «solidarietà fra le generazioni», in un percorso nel quale la «valorizzazione di sé passi per forme diverse dall’acquisizione proprietaria». Una «nuova idea di eguaglianza» per interpretare quello spazio politico vuoto che, secondo Schiavone, si sta spalancando di fronte a noi. Schiavone non lo dice ma parla di Obama e del tempo nuovo che forse arriverà anche qui, anche da noi, anche in Italia. Chissà se anche noi avremo il Principe che l’autore descrive e, soprattutto, se qualcuno, all’interno del Pd, lo prenderà in considerazione. Chissà.
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