Da piccolo mi chiamavano Civetta, giocando con il mio cognome. Civati, civetta. Da qualche anno, dicono che sia piuttosto un gufo, per via delle mie previsioni troppo ottimistiche che sono ormai diventate proverbiali (azzecco soltanto i risultati della Juventus…). In inglese, civetta o gufo, poco importa: in ogni caso, si dice Owl. Qui c’era anche una squadra che si chiamava così. E il vostro affezionatissimo gufo-civetta non dirà nulla di quello che succederà oggi, mentre il sole sorge, a Chicago, e le voci si rincorrono. Aspetteremo i primi dati scrutinati, dal New Hampshire e dalla Virginia, e poi la Florida, il ‘solito’ Ohio, l’Indiana, il Missouri-che-elegge-il-presidente e il Colorado. Con qualche sorpresa anche in altri Stati. Saremo al Grant Park, in collegamento con l’Italia, con le tante ‘piazze’ che il Pd ha promosso in queste ore per collegarsi alla notte di Obama. Una notte in cui i gufi e le civette non voleranno. Staranno sul loro ramo, a guardare quello che succede con gli occhi sgranati e il cuore che batte forte. P.S.: se volete leggere le opinioni di un vero gufo, terribilmente documentato, andate qui. E’ l’Al Gore di Varese, che si ammazza di sondaggi da mesi e mesi, e dice cose largamente condivisibili.
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