Dopo avere annunciato la distribuzione congiunta di panettone, vin brulé e presepi contro Tettamanzi (oggi La Padania smentisce, ma ieri i toni erano davvero beceri), la Lega – e Forza Italia – tornano sulla questione kebab, con posizioni di questo tipo: «E’ importante che il tessuto socio-economico del centro storico non venga pregiudicato [sic] con l’apertura di attività poco in sintonia con il contesto». Forza Italia parla di concorrenza sleale, perché i kebab sono sempre aperti in quanto laboratori, e vanno regolamentati (chissà perché ci si accorga solo con i kebab che i laboratori vadano regolamentati e i centri storici conservati in maniera dignitosa). Rispondo citando Emidio, che parla di Mak e di Pistoia (città che ha la fortuna di non essere in Lombardia). Intanto, leggo sull’Eco di Bergamo che su Facebook si sta svolgendo «una vera e propria battaglia tra pro e contro il kebab in Città Alta. Da una parte il gruppo "Salviamo il kebab di Città Alta", dall’altra quello intitolato [con la consueta leggerezza] "Mura chiuse contro il kebab di Città Alta". Per ora stanno avendo la meglio i favorevoli al kebab con 442 iscritti contro i 331 dei contrari». Ovviamente pubblicizzo solo il primo e ricordo che esiste anche il KebabBook, che sta spopolando (ora scrivono anche quelli che lo fanno, il kebab).

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