Lo passo in rassegna ora, perché, segretamente, spero che i prossimi quindici giorni ci diano modo di recuperare alcune delle soddisfazioni di cui il 2008 è stato avaro. Perché quest’anno, è il caso di chiarirlo subito, was a bad year, per dirla con Fante (1933, leggetelo, a me è parso di scorgere un po’ di Obama, dentro). Perché è iniziato che eravamo al governo, e le cose scricchiolavano parecchio, e c’erano Diliberto e Pecoraro e Scanio che non erano la stessa persona, che si alzavano già pronti per litigare, e i distinguo e le polemiche e le divisioni, poi ad un certo punto hanno inquisito (questione morale) la moglie di Mastella, e lui ha deciso di rompere con Prodi, e ci ha mandato a casa, e c’era lo spumante in aula, poi Veltroni ha detto andiamo da soli, anche perché continuare da male accompagnati non era possibile, c’erano i rifiuti a Napoli dappertutto e Bassolino che diceva vado avanti e Alitalia ai francesi e i sindacati che no, non andava bene e abbiamo fatto una campagna elettorale che ci ha fatto sperare, fino ai risultati, che erano “tragicamente buoni” ma con tutta l’aspettativa che avevamo dentro e l’angoscia di vederlo tornare al governo speravamo che fossero migliori, che almeno il Senato fosse in bilico ma poi anche il Senato è andato, ed è iniziata una fase assurda, tutti che guardavano indietro, gli ex, e le fondazioni e le correnti e tutti a dire «a settembre cambierà», poi è arrivato settembre e non era cambiato un accidenti, poi ci siamo detti «tutti al Circo Massimo», e ci siamo stati tutti al Circo Massimo, e sembrava che… [pausa teatrale] ma poi Villari, il simil-Mastella, e poi il pizzino contro Di Pietro, e la questione morale un’altra volta, con un sacco di storie che non ci piacciono e le prediche degli avversari che hanno una ventina di condannati ma fanno i fenomeni, e noi a prenderle senza reagire, e l’Abruzzo con Del Turco che festeggia perché il Pd crolla, e tutti a dire «Walter, fai qualcosa», non è nemmeno necessario che sia di sinistra, ma fai qualcosa che non se ne può più. Questo di tanta speme oggi ci resta: domani, c’è la direzione. Domani accadrà?

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