Oggi in commissione Cultura, Formazione e Sport si parlava di diritto allo studio universitario. La regione Lombardia è quella nella quale la richiesta di borse di studio è in percentuale più bassa rispetto alle altre regioni italiane. La ragione fondamentale è l’abbandono scolastico e la scarsa propensione a proseguire negli studi da parte delle classi meno abbienti. Ed è un fatto sempre inquietante per la regione che si vanta di essere la più avanzata del Paese. Ma c’è un altro dato che fa riflettere. L’indicatore Isee in certi casi, come il presente, ha maglie troppo strette per i lombardi, soprattutto se si prende in considerazione il reale costo della vita. Per quanto riguarda l’università, i parametri sono stabiliti a livello nazionale, e le differenze tra realtà e realtà, quindi, non sono prese in considerazione. Forse si dovrebbe misurare alcune soglie di accesso ai servizi e ai contributi pubblici con un’attenzione all’Isee, da una parte, e, dall’altra, ai valori del costo della vita. Si può fare, credo, e potrebbe essere una mossa federalista molto intelligente e utile ai cittadini lombardi. E non solo.

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