Marrakech (low cost) Express: se gli extracomunitari sono turisti
Viaggio in treno verso Venezia. L’Eurostar è in orario, e ci sarebbe già da festeggiare. Il vagone è straniero. Non nel senso del post precedente, nel senso letterale del termine. Ci sono, davanti a me, quattro iraniani, due giovani coppie. Parlano con un libanese. Affetto da logorrea. La moglie non ne può più. Lui sa tutto di tutto di Roma, di Venezia e di Capri. E, ovviamente, di Beirut. Dietro di noi, una famiglia indiana, alcune spagnole, coreani, giapponesi e cinesi assortiti. E così si scopre che nel Paese dell’intolleranza strisciante, delle ordinanze (la più bella che ho sentito è quella anti-pipì di Trieste: 700 euro di multa a chi la fa per strada, chissà cos’hanno in mente per la pupù), dei luoghi comuni e delle impronte, gli stranieri, soprattutto giovani, sono una nostra fonte di ricchezza. E contribuiscono ad evitare il tracollo del turismo italiano. Perché noi puntiamo tutto sulla sicurezza. Al turismo ci pensano la Spagna e la Croazia, ad esempio. E si vede.
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