Formigoni torna in aula dopo la scoppola post-elettorale e rilancia sui temi del federalismo, nel corso della seduta dedicata al secondo passaggio dello Statuto regionale in aula. Dice che bisogna fare presto e bisogna fare bene, dopo aver perso anni e anni con le forzature della devolution. Ora si riparte dalla riforma del Titolo V del 2001, che però Formigoni oggi ritiene insufficiente. «Ulteriori competenze»: ad esempio, l’Expo, sostiene Formigoni. Parla poi dell’«introduzione di disposizioni finanziarie che oggi vengono utilizzate soltanto per le Regioni a Statuto speciale» per quanto riguarda il riparto delle risorse. Un veloce riferimento anche alla polizia locale e alla sicurezza. Un chiaro segnale: Formigoni sta cercando di uscire dalla ‘botta’ psicologica e dalla delusione maturata nelle ultime settimane, ribadendo (stancamente) la specificità del modello lombardo. Un collega ha commentato così: «un discorso senz’anima». «Non ancora una proposta formale, ma l’indicazione di un’esigenza», dice della propria proposta lo stesso Formigoni. «L’indicazione di un’esigenza»: non molto di più.
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