Autostrade e ambiente in Lombardia

Abbiamo sempre sostenuto che ci volessero fasce di salvaguardia lungo le nuove autostrade. Ci siamo impegnati, come accade per Pedemontana (lo stesso cercheremo di fare con la Tangenziale est esterna), perché vi fosse un forte investimento ambientale ad accompagnare le infrastrutture. Abbiamo sempre ritenuto che, dato il grande impatto di una infrastruttura autostradale sul territorio, fosse necessario un impegno a favore della mitigazione e della compensazione ambientale. La novità introdotta dall’art. 10 della legge oggi in discussione (dedicato alle «Concessioni», in particolare il comma 3) rappresenta una formalizzazione di quanto in realtà può già avvenire, istituzionalizzando, per così dire, attraverso un accordo di programma, ulteriori interventi di carattere insediativo e territoriale, nell’ambito delle concessioni delle infrastrutture. La precisazione che essi siano rivolti principalmente agli utenti delle infrastrutture stesse «ovvero a servizio delle funzioni e delle attività presenti sul territorio» non è sufficiente a sollevarci dalle preoccupazioni. Il motivo economico richiamato nell’articolato («margini operativi di gestione possono contribuire all’abbattimento del costo dell’esposizione finanziaria dell’iniziativa complessiva») la dice lunga sulla natura del dispositivo. Insomma, non siamo d’accordo. E siamo preoccupati. Avremmo preferito che ci si adoperasse perché fosse chiarita la partita della compensazione ambientale per i territori e per le comunità, anziché la compensazione economica, con ulteriori premi edificatori, per chi costruisce autostrade. Credo che la differenza sia chiara e comprensibile a tutti.

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