Scrivo di Pd ed inizio a non poterne più. Mi lancio perciò in un appello modello j’accuse (che riprende per certi versi il Paolo Franchi del Corsera di oggi, che parla di leader spaesati) e vediamo se sortisce qualche effetto. La vogliamo finire con quest’aria da disperati, incerti e insicuri su tutto? Vogliamo ritornare a fare direzione politica e organizzazione, le uniche due cose che contano? Vogliamo trasmettere ai cittadini qualche segnale, qualche ‘cosa’, piuttosto che quell’atmosfera da eterno conclave (tra l’altro mezzo vuoto)? Ci decidiamo a costruire una nostra agenda (altro che ombre cinesi) e fare opposizione al governo B? Come, quale opposizione? Un’opposizione intelligente e riformista, come lo era il nostro programma elettorale! Possiamo finalmente tesserarci a questo cavolo di partito o dobbiamo aspettare l’anno che viene? Riusciamo a dare forza ai nostri circoli, che non aspettano altro e in cui ci sono energie nuove e antiche che stiamo spegnendo con questo nostro atteggiamento irresponsabile? Possiamo evitare che la depressione (la ‘d’ del Pd attuale) dei dirigenti si abbatta sulla base, rovesciando per una volta un modello politico in cui non si riconosce più nessuno? Ci sono un miliardo di cose da fare, il ricambio da programmare, le scelte future da interpretare nel migliore dei modi. Vogliamo metterci a lavorare, per favore, con un po’ di professionalità? Se non ne siete convinti, cari amici dirigenti, pensate che, almeno, siamo pagati per questo e non per ammorbare l’universo mondo fondando l’ennesima corrente. Troviamo una linea, un rumbo, e andiamo! Grazie.

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