Veramente non capisco. Bisogna cambiare nome alle Feste dell’Unità, sostengono, a Roma, i vertici del Pd. Come se la Cinquecento cambiasse nome perché ha una cilindrata diversa. Come se le parole non fossero – definitivamente – più importanti per nessuno. La Festa dell’Unità è un’istituzione. Se preferite, un brand. Una delle tradizioni che sono confluite nel Pd l’ha portata con sé. Quasi fosse una dote. E, per qualche assurdo motivo, ce ne dovremmo vergognare. E inventarci il nome di Festa democratica, che fa anche un po’ cacare, per dirla tutta. Anziché pensare a come migliorarle, le Feste, a come aprirle al contributo di tutti, cambiamo loro il nome. Continuiamo così, facciamoci del male.
 
– Dove andiamo stasera?
– Alla Festa democratica.
– E che cos’è, scusa?
– Quella che una volta era la Festa dell’Unità, ma poi…
– Poi?
– Le hanno cambiato nome.

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