Scrivo da un phone center di Affori (Milano), in attesa di presenziare al millesimo aperitivo democratico. Sono tornato, dopo il mercato di stamane, per dare un piccolo contributo ai bravissimi democratici locali. Vale la pena di ricordare che la Regione Lombardia i posti come quelli in cui mi trovo ha provato a chiuderli in tutti i modi, e mi onoro di averli difesi con tutto il mio impegno (insieme a me ci sono ragazze e ragazzi che scrivono a casa, che parlano con i loro familiari, che scrivono ai loro amici, che mandano pensieri e sospiri ai loro amori: solo una politica becera può opporsi a tutto questo). A pranzo sono stato ospite presso la famiglia Caimi di Desio: Anna ed Eugenio mi hanno rifocillato e coccolato, raccontandomi la loro vita, la storia dei loro figli, la vita normale di una normale famiglia italiana. Orgogliosa di esserlo e soddisfatta di sé. Una pausa, tra una dichiarazione e l’altra, tra i mafiosi-eroi e i libri di storia da riscrivere, la richiesta di dimissioni di Napolitano, le provocazioni continue della solita destra senza argomenti né proposte. A seguire, un incontro molto partecipato con i pensionati di Lissone, all’insegna dell’incontro tra le generazioni, del confronto con i problemi reali e quotidiani, con le proposte del Pd per chi sta vivendo momenti di difficoltà. Dagli asili nido al fondo per i non autosufficienti, dalle politiche per la casa all’adeguamento delle pensioni sulla base di un nuovo paniere: a tutti è chiaro che i pensionati starebbero meglio se vincesse Veltroni. Speriamo solo che se ne rendano conto. Un caro saluto da Affori, che sembra di stare ‘oltremare’ e invece si sta a Milano.
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