Gli amministratori del Comune di Inzago – capoluogo lombardo delle discariche – ci hanno chiamato qualche ora fa per comunicarci che l’autorizzazione per la nuova discarica è già stata concessa dall’amministrazione regionale, nonostante tutto e tutti. La data del provvedimento fa pensare ad una ricostruzione lucarelliana: era il 5 dicembre. L’assessore Buscemi, uomo di parola, era ascoltato in commissione, insieme all’assessore Brembilla della Provincia di Milano. Si parlava proprio di Inzago, e della necessità di rivedere il parere della conferenza dei servizi. Si dibatteva circa la corretta interpretazione della legge approvata a luglio (la famigerata 12/2007). La commissione si concludeva con l’impegno di Provincia e Regione di ritrovare un comune sentire e di collaborare per verificare tutte le possibilità di NON realizzare la discarica. Poi Buscemi aveva modo, nel pomeriggio di quello stesso 5 dicembre, di smentire tutto, in modo al solito sprezzante nei confronti delle altrui ragioni. Quella mattina, però, a pochi metri di distanza dalla sala delle commissioni di via Fabio Filzi, un’altro consesso regionale valutava positivamente il nuovo impianto e rilasciava la propria autorizzazione. Come già nel 2005, una determinazione dirigenziale superava il dibattito politico e le prese di posizione del Consiglio regionale. Ora, è spontaneo chiedersi: ma vi pare normale che noi ne stavamo discutendo e qualcuno decideva senza che noi ne fossimo informati? L’assessore certamente sapeva, a meno che qualcuno voglia farci credere che non abbia alcun controllo sulle attività degli uffici di sua competenza. E’ un’altra puntata scandalosa della vicenda – ormai seriale – della terza discarica di Inzago. La discarica che nessuno vuole e voleva, ma che si farà. Perché? Perché di sì. Sono cose, direbbe Lucarelli, che non vorremmo vedere. Non qui, non da noi: non in Lombardia.
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