Questa notte, ho fatto un sogno. Un sogno curioso, paradossale. Ho sognato che le primarie le avevano vinte con una maggioranza assoluta quelli che il Partito democratico non lo volevano. Le prime dichiarazioni sarebbero state trionfalistiche, annunciando lo scioglimento del nuovo partito nella prima riunione dell’assemblea costituente. Un partito nato per non esistere. E mi sono tornati alla mente i commenti sarcastici degli avversari del Pd, quelli che ponevano la questione della laicità – e poi magari hanno votato Bindi -, quelli che “mai nel Pd”, con tanto di adesione alla Sinistra democratica, quelli che “vado alla convenzione dei socialisti di Boselli” perché il Pd è diviso in Europa. In molti casi, nel Pd, ci sono rimasti, anche quelli che avevano giurato di non farne più parte, come avevo abbondantemente previsto (probabilmente hanno fatto le vacanze a Roma e si sono ricreduti…). Ma la vittoria del no al Pd era solo nel mio incubo. Mi sono svegliato e ho pensato con sollievo soprattutto ad una persona, che sembrava il profeta Geremia. Bene, anche il profeta Geremia era in coda per le primarie. Bontà sua. Fortuna nostra.

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